Dopo aver concluso il programma per le prime, abbiamo pensato di trattare come argomento per Educazione civica il linguaggio d’odio.
Un argomento attuale, specie per chi, come i nostri studenti, inizia ad approcciare ai social e al web più in generale.
Iniziamo la lezione guardando un filmato
Il linguaggio è un mezzo molto potente: le parole sono importanti, ma possono essere usate anche per emarginare, ferire, etichettare e discriminare gruppi di persone e singoli individui.
Hate speech, in italiano «discorso d’odio», è il termine che indica tutti quei discorsi offensivi usati per esprimere rancore, intolleranza e discriminazione.
I nuovi strumenti di comunicazione permettono di condividere e scambiare pensieri, conoscenze, messaggi e interazioni oltre ogni distanza e al di là delle differenze sociali.
Ognuno, ad esempio sui social, può esprimere la propria opinione sentendosi libero di partecipare e commentare.
I nuovi mezzi di comunicazione
I nuovi media, al contempo, hanno permesso – però – la diffusione di un comportamento improprio e tutt’altro che sociale caratterizzato da una violenza verbale. Il linguaggio d’odio usato dai mezzi della rete è difficile da arginare.
Parole e discorsi di odio sono diventati molto frequenti, in quanto largamente diffusi sui social media. L’hate speech condiziona significativamente le esperienze e i comportamenti dei minori.
È indispensabile riflettere su quelle parole pensate e “dette” per fare del male.
Possiamo riflettere con i ragazzi, partendo dal considerare l’importanza della libertà di opinione e quella di espressione per arrivare a chiedersi fin dove queste libertà possono spingersi e se, in qualche modo, sono leciti le offese e i discorsi d’odio.
Libertà d’espressione
Diremo alla fine che a differenza di quanto possano credere molti haters, la libertà di espressione non è un alibi all’uso dell’hate speech, così come la libertà di parola non autorizza a essere offensivi e/o discriminatori nei confronti di altri.
Il collegamento con il bullismo e il cyberbullismo è immediato, un tema che abbiamo affrontato all’inizio dell’anno, quando abbiamo affrontato il tema della gentilezza.
Proveremo a focalizzare l’attenzione dei ragazzi sia sulla responsabilità che ognuno ha verso gli altri affinché possa garantire una convivenza civile e pacifica e rispettosa di tutti sia sul comportamento da tenere in caso di soprusi al fine di creare un clima educato e riguardoso della sensibilità di ciascuno.
Le varie tipologie di insulti, il linguaggio d’odio che scatenano, fanno leva su specifiche caratteristiche ad esempio quelle psico-fisiche, culturali, religiose, di genere o legate all’orientamento sessuale.
Cosa fare?
Per far sì che l’hate speech non continui a diffondersi bisogna innanzitutto evitare di prendere decisioni d’istinto e scegliere di mantenere un atteggiamento critico: di fronte ad un discorso ricco d’odio è indispensabile fermarsi e chiedersi quali danni potrebbe provocare se lo si condivide con un numero imprecisato di persone che potrebbero leggere nel web. Successivamente è fondamentale bloccare la spirale di odio che si innesca segnalando agli amministratori del sito o del social network in cui viene pubblicato il post inopportuno o rivolgersi eventualmente alla polizia postale.
L’anonimato che il web fornisce agli haters è completamente illusorio; infatti la polizia postale, attraverso le indagini, è in grado di risalire agli autori di post pieni di odio e violenza. Va inoltre fatto presente che gli haters sono soggetti a conseguenze penali che prevedono anche la reclusione.
Ricordiamo infine che per chi usa i social per diffamare, insultare e minacciare la L. 205/93 (Legge Mancino) sanziona con la reclusione da sei mesi fino a cinque anni e condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, l’incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali e – dal 2016 – di stalking.
Prima di passare all’attività che può essere valutata per Educazione civica, potremmo mostrare questo breve filmato
Attività
Concludiamo con un Kahoot! su quanto spiegato.